Cosa è Campo Hobbit

Campo HobbitIl primo Campo Hobbit, 11-12 giugno 1978, Montesarchio (BN)

Viene chiamato Campo Hobbit, perché lo Hobbit è uno dei principali protagonisti del mondo fiabesco e mitologico, pieno di nani e maghi, che anima i racconti di J. R. R. Tolkien, lo scrittore inglese autore della saga de Il Signore degli Anelli.

Tolkien diventa per i giovani missini un punto di riferimento mitopoietico e simbolico degli anni settanta, così spiegavano (…) ricorrendo ai personaggi creati dalla fantasia di Tolkien e alle sue favole che ben adombrano la realtà, abbiamo voluto dimostrare e confermare che sì, non siamo nati certamente oggi, che abbiamo radici profonde, ma abbiamo voluto anche dire che questo mondo così com’è non ci piace né lo accettiamo. (…) Sì, siamo anche noi abitatori della mitica “terra di mezzo”; anche noi siamo in lotta con draghi, orchi ed altri personaggi malefici. Favole, illusioni? No, questa è la realtà e noi non ci rifiutiamo di vivere in questa, non abbiamo paura di essa perchè vogliamo cambiarla, perchè sappiamo di avere la forza per cambiarla.

Il Campo Hobbit che si doveva tenere il 28/29 maggio si tenne per motivi organizzativi dall’11 al 12 giugno 1977 a Montesarchio, in provincia di Benevento, organizzato dal leader locale missino, Generoso Simeone, rautiano “doc” e mal visto dal gruppo dirigente almirantiano. L’idea era quella di radunare dei militanti per mettere in comune delle iniziative “metapolitiche” che serpeggiavano da qualche anno nell’ambiente: musica, radio, grafica e temi sociali quali disoccupazione, condizione della donna ed ecologismo, che non erano normalmente trattati dal partito. Circa 1500 partecipanti diedero vita ad un interscambio di esperienze, di idee e proposte assai più rapido e del tutto “differente”, con un fiorire di iniziative come mai la Destra italiana aveva avuto.

La finalità di questa iniziativa fu quella di mostrare il volto dei giovani di destra che non vivevano fuori dalla realtà contemporanea, che sapevano amare la vita nelle sue forme più vere e autentiche ma che non volevano rientrare, per il costume e per il suo modo di essere e di pensare, entro gli schemi precostituiti del regime. Molti i concerti musicali, 16 gruppi si esibirono alternandosi sul palco, tra questi i più famosi “Janus”, “Gli Amici del Vento” e “La Compagnia dell’Anello”. Furono allestiti stand con libri e musicassette e stampa di area. Con Campo Hobbit I la destra nuova aveva rotto i soliti schemi, per tentare di ricostituirsi attorno ad un nuovo ordine culturale e politico. Questo evento ebbe un forte impatto politico sul partito di riferimento e in particolare la folta corrente di “Linea Futura” di Pino Rauti a cui gran parte della base giovanile si riconosceva, dette una risposta, in chiave politica, di rifiuto della nomina di Fini a segretario del Fronte della Gioventù.

Che l’allora segretario nazionele del MSI, Giorgio Almirante, facesse fatica a controllare la base giovanile, lo si capiva dal predominio assoluto di un nuovo simbolo: la croce celtica, riprodotta su magliette, poster ed adesivi di contro all’uso del tricolore. Addirittura venne tentata una croce celtica umana. Nel raduno del ’77 la croce celtica diviene “l’emblema generazionale” lo spartiacque con la generazione precedente del primo FdG, cresciuta nella Giovane Italia. Le due giornate di Montesarchio mostrarono un nuovo volto della destra giovanile, che poteva anche non riconoscersi nel partito d’origine.

Generoso Simeone
Generoso Simeone, il padre del Campo Hobbit

Il secondo Campo Hobbit, 1978

Il secondo campo si tiene a Fonte Romana, in Abruzzo, dal 23 al 25 giugno 1978. Rispetto all’anno precedente viene girato anche un film sull’avvenimento che farà ben presto il giro delle sezioni di tutta Italia. È forse il raduno meno riuscito, nato per iniziativa ufficiale del Fronte della Gioventù nel suo insieme, che tenta di togliere a Rauti l’egemonia del mondo giovanile. È un campo frutto di lottizzazioni e compromessi correntizi. La musica resta comunque l’elemento qualificante. Si esibiscono in concerto tra gli altri Fabrizio Marzi, Renato Colella, Junio, La Compagnia dell’Anello, gli Janus ed esordisce musicalmente in via ufficiale Massimo Morsello detto Massimino.

Campo HobbitIl terzo Campo Hobbit, 1980

Campo Hobbit III si tenne dal 16 al 20 luglio 1980 a Castel Camponeschi sempre in Abruzzo, nella suggestiva cornice di un vecchio borgo disabitato e ritornato alla vita, la cui toponomastica vide tra le altre una P.zza Celine, e un V.le Tolkien, ed è forse quello meglio riuscito per il numero dei partecipanti e per i contenuti. Oltre ai numerosissimi dibattiti, tavole rotonde e incontri culturali, si costruisce una nuova idea di cultura a destra, si parla di poesia, fumetti, arte, pittura, pubblicità, radio, ecologia, ma è la musica che ha il ruolo principale. La musica alternativa come veniva chiamata all’epoca, vede tra i numerosi interpreti e gruppi che si esibiranno in quei giorni il gruppo storico de La Compagnia dell’Anello e il francese Jack Marchal con il suo album “Science et Violence”. Campo Hobbit III ancora più del II era un’espressione dell’ala rautiana del partito. A Castel Camponeschi si riunì la componente giovanile più irrequieta e insofferente alle gabbie nostalgiche e conservatrici in cui il partito amava rinchiudersi. Non a caso tra gli animatori c’era Marco Tarchi.

A Castel Camponeschi si discusse di argomenti nuovi e diversi spesso derivanti dall’esperienza della Nouvelle Droite francese (le discussioni sul concetto di comunità, sui flussi migratori, ecc.). Questi argomenti furono ripresi da riviste importanti come Elementi e Diorama che tentavano disperatamente di svecchiare il partito e i militanti. Si cercò il dialogo con la sinistra anti-conformista (importante al riguardo il documentario di Mughini “Nero è bello”). Furono invitati alcuni militanti di Lotta Continua … che rimasero “stupiti e perplessi” sull’immagine che avevano dei “fascisti” e come li avevano visti in quei giorni a Castel Camponeschi. Poi tutto finì: l’espulsione di Tarchi dal MSI; l’infame accusa che a quel campo fosse stata progettata la bomba di Bologna; l’accordo Rauti-Almirante.

La formula “Campo Hobbit” fu particolarmente fortunata e venne utilizzata anche in seguito da varie organizzazioni, seppur su questo uso ci siano state polemiche, in quanto solo i primi tre Campi Hobbit hanno natura di fenomeno unitario generazionale, mentre i successivi nascono dalla volontà di realtà specifiche ad utilizzare un nome di successo di cui si sentono in qualche modo detentori di una sorta di copyright.